Il terrarium è un oggetto affascinante, un paesaggio in miniatura racchiuso tra pareti di vetro.
Ma come fanno le piante, esseri viventi che hanno bisogno di nutrirsi e respirare, a sopravvivere al suo interno?

Per progettare questo tipo di composizione “sotto vetro” è fondamentale tenere conto delle funzioni biologiche degli organismi che ne fanno parte.
Proprio grazie alle proprietà dei vegetali, le stesse che permettono l’esistenza della vita sul nostro pianeta, il terrarium è in grado di provvedere (quasi) autonomamente alle sue necessità.

Continua a leggere per scoprire il funzionamento di questi piccoli ecosistemi: i terrari non avranno più segreti per te!
Se non sai ancora che cos’è un terrarium, leggi tutto sui giardini sottovetro
Ossigeno: la fotosintesi
Come sappiamo, sono proprio i vegetali a produrre l’ossigeno che respiriamo: la fotosintesi clorofilliana è il processo chimico attraverso il quale le piante (e alcuni batteri), emettono questo gas indispensabile alla sopravvivenza.
Come avviene il processo di fotosintesi:

- Le radici della pianta assorbono acqua (H2O) dal terreno e le foglie anidride carbonica (CO2) dall’atmosfera. Questi due elementi sono indispensabili, insieme alla luce.
- La luce innesca una reazione all’interno dei tessuti della pianta, dove risiede la clorofilla, che, oltre a dare il colore verde alle foglie, è la sede della trasformazione chimica.
- Le molecole vengono spezzate nei loro componenti di base, gli atomi, i quali vengono ricombinati nel corso della reazione chimica. Ciò serve a produrre gli zuccheri necessari alla vita della pianta e l’ossigeno.
- L’ossigeno è rilasciato nell’aria durante il giorno.
Dunque le piante nel terrarium non hanno bisogno di prendere ossigeno dall’ambiente esterno, perché lo producono da sé!
L’importante è posizionarlo in un luogo luminoso, in modo che riceva abbastanza luce per la fotosintesi.

E durante la notte?
Quando è buio la pianta non può svolgere la fotosintesi: si attiva il procedimento inverso, detto respirazione. Essa assorbe l’ossigeno presente nell’aria e produce acqua (sotto forma di vapore acqueo) e anidride carbonica.
Acqua e condensazione

Ecco il segreto del terrarium, ciò che lo fa sembrare prodigioso ai nostri occhi!
Abbiamo fin qui descritto le funzioni biologiche che permettono la conservazione degli elementi racchiusi tra le pareti di vetro.
Essi non vengono consumati, ma assumono continuamente configurazioni chimiche differenti (H2O, CO2,O), riproducendo in piccola scala il ciclo dell’acqua.
Per questi motivi il terrarium deve essere innaffiato non più di 1-2 volte all’anno.

La prima irrigazione avviene durante la creazione del terrarium, tramite nebulizzazione del terreno, dopodiché il vaso viene chiuso. Da questo momento in poi, le piante assorbono l’acqua attraverso le radici per produrre il nutrimento nel modo che abbiamo visto. In seguito, con la respirazione, le foglie emettono l’acqua in forma gassosa, che si condensa sulle pareti di vetro per poi scivolare nuovamente verso il terreno e ricominciare il ciclo.
Come innaffiare il terrarium umido
Sebbene non si tratti di un grande impegno, l’irrigazione del terrarium richiede comunque qualche piccola accortezza.
Trattandosi di un apporto idrico concentrato, dobbiamo fare attenzione al tipo di acqua che scegliamo: se essa contiene troppo cloro o altri elementi inquinanti, potrebbe nuocere alle piante. L’acqua del rubinetto non è indicata, perché spesso troppo dura e può contenere sostanze nocive (cloro e nitrati). Inoltre il calcare potrebbe causare dei problemi al terrarium. La più indicata sarebbe l’acqua piovana, molto dolce, che però in città potrebbe essere inquinata
Opteremo perciò per acqua minerale, se non disponiamo di dispositivi per filtrare l’acqua, come le caraffe per uso alimentare o un depuratore per osmosi installato direttamente sul rubinetto di casa.
Ora che conosci nel dettaglio come funziona il terrarium, non ti resta che venire a trovarci per sceglierne uno… Ti aspettiamo a Ciriè, oppure sul nostro sito!
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